I mozziconi di sigaretta sono tra i rifiuti più diffusi e difficili da gestire: nel mondo si calcola che ogni anno ne vengano abbandonati 4,5 trilioni.
I filtri delle sigarette si degradano in un tempo estremamente lungo – in base alle stime servono dai due ai cinque anni – e soprattutto, oltre ai residui della combustione e alla nicotina, contengono microplastiche altamente inquinanti.
Quasi un milione di mozziconi di sigaretta raccolti e trasformati in oltre 200 chili di plastica riciclata: è il primo bilancio annuale di Spegni Sostenibile, un’iniziativa della società di gestione immobiliare Cushman&Wakefield, lanciata nell’autunno dell’anno scorso in 18 centri commerciali e retail park in tutta Italia.
Questo progetto è stato sviluppato in partnership con Re-Cig, azienda nata nel 2015 proprio con lo scopo di riciclare le cicche di sigaretta gettate via che opera secondo un modello di economia circolare.
Grazie a un processo brevettato ti filtri di sigarette usati diventano materiale plastico riutilizzabile per la realizzazione e commercializzazione di nuovi oggetti. “
Sono in arrivo anche due milioni di euro dal ministero per la Transizione ecologica per progetti tecnologici relativi a rifiuti non inclusi in categorie “consorzi filiera”, come i mozziconi di sigarette ma anche frazioni tessili, schiuma poliuretanica dei materassi, capsule del caffé.
La maggior parte degli enti proponenti sono università e centri di ricerca italiani.
Sul sito web del ministero c’è la graduatoria del bando 2020 “Non Serviti”, che cofinanzia “i progetti di sviluppo di tecnologie per la prevenzione, il recupero, il riciclo e il trattamento di rifiuti che non rientrano nelle categorie incluse dai consorzi di filiera e cofinanzia anche i progetti di sviluppo di tecnologie legati all’ecodesign dei prodotti e alla corretta gestione dei relativi rifiuti”.
L’obiettivo, spiegano dal MITE, “è ridurre gli impatti negativi che derivano dalla produzione di rifiuti, favorendo il recupero, il riciclo e l’ottimizzazione del ciclo di vita dei materiali in linea con i principi dell’economia circolare”.