Numerose sono le iniziative di ricerca intraprese da SESA Spa di Este in collaborazione con rinomate università italiane: l’importanza della sinergia tra il mondo accademico e quello industriale per l’innovazione e la crescita economica del Paese è un tema di rilevanza strategica. Negli ultimi tempi, la Professoressa Barbara Baldan del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, insieme al dottor Sebastiano Nigris, ha avviato un’importante indagine sul compost prodotto presso gli impianti di SESA Spa a Este. L’indagine, intitolata “Studio degli effetti del compost sulle comunità batteriche associate a piante di pomodoro”, rappresenta il culmine di un percorso avviato anni fa, fornendo preziose informazioni sull’efficacia del compost sulla comunità batteriche del suolo e delle piante.
Il coinvolgimento di SESA Spa in questa ricerca è motivato dal declino della biodiversità batterica del suolo, causato dalle pratiche agricole intensive che impoveriscono il terreno di microrganismi fondamentali per la salute delle piante. L’ipotesi alla base di questo studio suggerisce che il compost, oltre ad arricchire il suolo di sostanza organica e nutrienti, possa anche aumentare la diversità dei microrganismi, favorendo interazioni benefiche con le piante. Queste interazioni sono particolarmente cruciali nella rizosfera, la regione del suolo in prossimità delle radici, dove una vasta gamma di batteri supporta la crescita e lo sviluppo delle piante, facilitando l’assorbimento dei nutrienti.
Il pomodoro come pianta modello: studio della diversità dei microrganismi nel suolo attraverso l’applicazione di compost e fertilizzanti
Per condurre lo studio, è stato scelto il pomodoro come pianta modello. Sono state eseguite diverse prove su piante coltivate utilizzando compost non trattato, compost sterilizzato e fertilizzante chimico. Ogni trattamento è stato applicato a 10 piante, e sono stati prelevati campioni di suolo dalla zona radicale e tessuti vegetali per l’analisi.
I campioni raccolti sono stati sottoposti a estrazione del DNA totale e successivamente sequenziati per identificare il microbiota presente. Questo approccio ha consentito di individuare i diversi gruppi batterici e valutare le loro abbondanze relative nei vari campioni. I risultati preliminari indicano che l’uso del compost aumenta la diversità microbica rispetto al suolo non trattato.
È interessante notare che l’aumento della diversità batterica è accompagnato da una significativa variazione nella composizione delle comunità batteriche, soprattutto nella rizosfera e nelle radici delle piante trattate con compost. Ciò suggerisce che il compost possa influenzare positivamente la biodiversità del suolo, aprendo nuove prospettive per la ricerca agricola sostenibile.
SESA Spa di Este: crede fortemente nella collaborazione università-industria per una agricoltura sostenibile
Questo progetto di ricerca, sostenuto da SESA Spa, potrebbe avere importanti implicazioni pratiche nell’ambito dell’agricoltura moderna, contribuendo allo sviluppo di tecnologie avanzate per una produzione alimentare sostenibile. I risultati preliminari dello studio sono stati presentati dal dottor Sebastiano Nigris durante la manifestazione Ecomondo 2023 a Rimini, nell’ambito della Conferenza sul Compostaggio e Digestione Anaerobica.
La collaborazione tra università e industria svolge un ruolo chiave nell’avanzamento della ricerca scientifica e nello sviluppo di soluzioni innovative per l’agricoltura. Lo studio condotto da SESA e dall’Università di Padova sul compost e le comunità batteriche del suolo rappresenta un esempio tangibile di questo partenariato, con potenziali benefici significativi per il settore agricolo e ambientale.
Fonte: www.sesaeste.it
Immagine di copertina: Adobe Stock di vaivirga – SESA Spa – l’utilizzo del pomodoro per la ricerca sul compost