La gestione dei residui forestali è una tematica importante in un’epoca in cui è sempre più urgente muoversi verso un modello di economia circolare. I residui forestali includono rami, tronchi, foglie e altri materiali organici che si originano dalle attività di taglio, sfoltimento e manutenzione delle foreste. Ben lontani dall’essere semplici rifiuti, questi materiali possono svolgere un ruolo cruciale nel promuovere un utilizzo sostenibile delle risorse.
I residui forestali si prestano infatti a essere trasformati in una serie di prodotti utili, per esempio in biomassa da utilizzare per la produzione di energia. L’impiego dei residui forestali in questo senso presenta notevoli vantaggi dal punto di vista ambientale, consentendo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Ciò si traduce in un abbattimento nelle emissioni di gas serra e contribuisce in maniera significativa alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Inoltre, la cellulosa estratta dai residui forestali può essere impiegata per la produzione di carta e cartone riciclati. Valorizzare in questo modo il materiale legnoso crea valore aggiunto lungo la filiera del recupero e del riciclo della carta, facilitando lo sviluppo di filiere produttive brevi. Bisogna infatti considerare che un’efficiente gestione dei residui forestali può creare opportunità economiche rilevanti nelle comunità locali.

Ovviamente, una gestione efficiente dei residui forestali deve garantire innanzitutto che la raccolta dei residui non superi la capacità di rigenerazione delle foreste. In altre parole, non deve in alcun modo comprometterne la biodiversità e il loro ruolo essenziale nell’immagazzinare il carbonio. È poi necessario che il trasporto dei residui sia a basso impatto ambientale, evitando quindi lunghi spostamenti che aumentano costi ed emissioni.
I residui forestali derivanti da eventi climatici avversi sono una risorsa per l’economia circolare
I sempre più frequenti eventi climatici avversi che stanno interessando il nostro paese hanno sollevato alcune questioni circa l’impiego dei residui forestali nell’economia circolare. La situazione che si è venuta a creare in seguito a questi eventi è infatti paradossale, come ha evidenziato il presidente di FIPER Walter Righini. Già ad agosto FIPER (Federazione di produttori di energia da fonti rinnovabili) ha avanzato proposte concrete per far fronte all’urgenza di gestire tali residui legnosi.
FIPER ha suggerito innanzitutto di considerare residuo forestale, quindi escluso dal regime dei rifiuti, il legno vergine derivante da abbattimenti, potature da manutenzione, messa in sicurezza, selvicoltura urbana e prelievi effettuati a seguito di eventi eccezionali del patrimonio arboreo pubblico e privato. In questo modo, le amministrazioni pubbliche potrebbero contare sugli operatori della filiera energetica per la gestione degli ingenti residui legnosi causati da gravi eventi meteorologici.

Allo stato attuale, infatti, l’onere dello smaltimento di questa tipologia di residui legnosi ricade interamente sulle amministrazioni pubbliche. Il presidente di FIPER sottolinea che si è di fronte a «un eccesso di offerta di residui legnosi, che rimane bloccata per l’uso energetico». Così si corre il rischio che tali residui «rappresentino un gravoso costo di smaltimento anziché una voce di possibile ricavo».
Walter Righini auspica quindi che dalle istituzioni giunga una risposta tempestiva, al fine di «attivare tutti quegli interventi necessari ed indispensabili a promuovere fattivamente l’economia circolare». Il contributo della filiera energetica sarebbe davvero fondamentale per far fronte a questa emergenza, perché ridurrebbe considerevolmente o addirittura azzererebbe i costi di smaltimento. Inoltre, come evidenzia sempre Righini, consentirebbe di «mettere in sicurezza il territorio in tempi rapidi nella certezza e legalità di diritto».
Fonte: www.fiper.it
Immagine di copertina: Alberi caduti a causa del Vaia nelle montagne attorno a Moena in Trentino