L’obiettivo di ognuno di noi è vivere in un ambiente sereno e sano. Per questa ragione, ogni anno, all’uscita della classifica delle città più vivibili guardiamo con un pizzico d’invidia ai primi posti.
E’ stato pubblicato anche quest’anno il Global Liveability Index, realizzato dalla Economist Intelligence Unit (EIU), unità di ricerca del gruppo Economist, che riporta la classifica delle città più vivibili a livello mondiale.
Lo studio ha preso in esame 172 città, analizzando le migliori o peggiori condizioni vita e dando vita a risultati estremamente differenti rispetto agli anni precedenti.
Nelle scorse edizioni si erano piazzate ai primi posti città di Europa Occidentale, America del nord, Australia, Nuova Zelanda e Giappone. L’emergenza pandemica però e le relative strategie di risposta hanno ribaltato i risultati per l’anno corrente.
A penalizzare le città nella parte alta della classifica degli anni scorsi è stata la chiusura stabilita dai Governi: Auckland che nel 2021 aveva vinto il titolo di città più vivibile del mondo, è precipitata in 34° posizione proprio per la qualità della vita che i cittadini hanno riscontrato in questo ultimo anno.
Ma quali sono stati i fattori che hanno permesso agli studiosi di stilare la classifica?
Possiamo riassumere le competenze in cinque differenti categorie.
Nel settore della Stabilità (che fornisce un valore pari al 25% del totale) vengono considerati fattori come la criminalità e la presenza di conflitti; per quanto riguarda la voce Sanità (20% del punteggio) si considera in modo particolare qualità e presenza di sanità pubblica e privata; nel ramo Cultura & Ambiente (25% del totale) si considerano temperature, umidità, discomfort climatico per i viaggiatori, livello di corruzione, opzioni di intrattenimento culturale; la quarta voce è dedicata invece all’Educazione (10% del totale) ed infine c’è la voce Infrastrutture (20% del totale del punteggio) che valuta la situazione della rete stradale, i trasporti pubblici, i collegamenti internazionali, la qualità dell’approvvigionamento idrico ed energetico e via dicendo.
Nella classifica mondiale 2022 a farla da padrone sono città europee e canadesi con Vienna che si piazza direttamente al primo posto, confermando il risultato di 2018 e 2019.
Con un punteggio complessivo di 99,1 la capitale austriaca si trova a sfiorare l’eccellenza. Sono state stabilità e buone infrastrutture a far volare la città nella classifica più recente, abbinate a “bontà della sanità e le alte opportunità in fatto di cultura e di intrattenimento”.
La Medaglia d’argento 2022 va a Copenhagen con 98 punti, che l’anno scorso era posizionata al 15° posto, la risalita è stata data da stabilità, infrastrutture adeguate e livello di offerta educativa.
Terzo posto pari merito per la città canadese di Calgary (vi ricordate le famose Olimpiadi?) e la Svizzera con Zurigo. A seguire di nuovo il Canada con Vancouver, seguita da una città svizzera, Ginevra.
Continuando la classifica troviamo poi Francoforte, in Germania, Toronto, Amsterdam, Osaka e Melbourne, entrambe in decima posizione, con un punteggio di 95,1.
La perdita di posizioni delle città dell’Oceania va a pari merito con le grandi capitali della vecchia Europa, Parigi e Londra, piazzate al 19° e 33° posto: a incidere negativamente in questo caso è stato il costo della vita.
Per incontrare la prima città italiana dobbiamo andare al 49° posto e troviamo Milano.
In ogni caso, sarà necessario valutare l’anno prossimo, ammesso che la pandemia abbia finalmente trovato il termine, per capire in effetti in condizioni di “non emergenza” quale sia la città in cui i cittadini si sentono meglio.