L’Ing. Angelo Mandato ha parlato dell’esperimento sulla coltivazione idroponica in serra che ha intrapreso con SESA Este per promuovere un’agricoltura sostenibile all’interno di un’economia circolare.
L’agricoltura idroponica (dal greco hýdor, acqua, e pónos, lavoro) è un processo che risale all’antichità e che non prevede l’utilizzo del suolo per coltivare piante. Nell’idroponica l’acqua svolge un ruolo fondamentale poiché trasferisce alle piante, alla frutta e alla verdura, tutte le sostanze nutritive necessarie alla loro crescita. In alcuni casi il passaggio degli elementi dall’acqua alla pianta si avvale dell’ausilio di un substrato che permette l’espansione dell’apparato radicale della pianta. Tuttavia, molte varietà di piante non necessitano del ricorso a un substrato, o medium di coltivazione, e quest’ultima avviene direttamente nella soluzione nutritiva.
Che preveda oppure no l’utilizzo di un substrato, l’agricoltura idroponica permette di gestire le risorse (acqua e sostanze nutritive) in modo altamente efficiente. Le caratteristiche di elevata produttività e sostenibilità della coltivazione idroponica la rendono un’ottima soluzione sia su larga scala sia per usi casalinghi. Già da alcuni anni, infatti, sono in commercio i cosiddetti «giardini intelligenti», ovvero piccole serre idroponiche che dispongono di sistemi di irrigazione e illuminazione automatici. Per esempio, le migliori serre idroponiche domestiche contemplano due tipi di LED, con luce rossa e con luce blu, per ottimizzare il processo di fotosintesi. Questi giardini idroponici si prestano quindi alla coltivazione in casa di erbe aromatiche e insalate, ma anche fiori o frutti, a prescindere dal periodo dell’anno.

L’Ing. Angelo Mandato racconta l’esperimento idroponico nelle serre di SESA Este
L’agricoltura idroponica è entrata nelle serre di SESA Este grazie all’installazione di un sistema semplificato di coltivazione idroponica fuori suolo che si chiama Agritube. Questo consiste in una serie di moduli costituiti da tubazioni rigide e tubi flessibili che sono tutti collegati a una cisterna da 400 litri. L’Ing. Angelo Mandato spiega così il funzionamento di Agritube: «Ogni modulo può coltivare circa 120/240 piante in un’area di 8/15 mq. Il flusso che trasporta la soluzione nutritiva non richiede pressione ed è garantito attraverso il movimento dell’acqua in caduta. Così si limita l’utilizzo orario della pompa che comunque può essere alimentata da energia elettrica solare. Nel nostro caso l’energia elettrica proviene invece dalla valorizzazione dei rifiuti organici recuperati nell’impianto». Con questo particolare progetto SESA Este ha quindi voluto promuovere la sostenibilità economica del sistema agricolo testando il funzionamento di alcuni processi circolari.
Continua l’Ing. Angelo Mandato: «I cicli di riempimento e svuotamento garantiscono la corretta ossigenazione dell’apparato radicale. Conferiscono alla pianta sia l’omogeneità dell’irrigazione che la regolazione del livello dell’acqua all’interno del tubo di coltura. Nell’Agritube si possono coltivare diverse tipologie di ortaggi, prevalentemente quelli a foglia come lattuga, radicchio ma anche pomodori o fragole». Con le piante di lattuga SESA Este ha effettuato un test che prevedeva la sostituzione del concime chimico con il compost ammendante di sua produzione. Gli addetti hanno sciolto l’ammendante nell’acqua della cisterna e il compost ha svolto in maniera egregia il ruolo di fertilizzante per la lattuga. Infatti, i risultati di questo esperimento sono stati molto positivi sia per quanto riguarda la salute delle piante sia in termini di produzione.
SESA Este punta alla sensibilizzazione delle nuove generazioni
L’introduzione dell’agricoltura idroponica nelle serre di SESA Este rappresenta dunque un ulteriore e importante tassello nella promozione e valorizzazione dell’economia green e circolare. Inoltre, i moduli di idroponica si prestano molto bene anche come laboratorio pratico per il coinvolgimento delle scuole che si recano in visita presso l’impianto. Questo aspetto è particolarmente rilevante in un’ottica di sensibilizzazione delle nuove generazioni alle tematiche fondamentali della transizione ecologica e della progettazione ecosostenibile.
